1) La prima proposta consiste nel bilanciamento delle votazioni di laurea secondo criteri di equità e, più specificatamente, nella valutazione delle votazioni di laurea, ottenute da ciascun singolo laureato, in relazione a quella che deve essere la loro specifica media di riferimento; ossia, la votazione media ottenuta dagli studenti della loro stessa Facoltà e sede, laureatesi nel loro stesso anno (n.b. il calcolo della votazione ponderata dovrà effettuarsi nel modo seguente: votazione media di riferimento : voto di laurea del soggetto = 100 : X).
Ogni anno si dovrà procedere ad aggiornare un catalogo generale riepilogativo che indichi facoltà per facoltà, sede per sede, anno per anno, le votazioni medie di laurea conseguite dal complesso degli studenti (la preparazione di un simile catalogo non dovrebbe comportare alcun problema particolare tenuto conto del fatto che ogni facoltà dispone già o può effettuare agevolmente statistiche simili); inoltre, le persone laureate, d'ora in avanti, in tutte le domande per poter accedere a concorsi o selezioni pubbliche dovranno indicare non più solo la loro votazione di laurea in valore assoluto ma anche quella ponderata in base alla loro media di riferimento, calcolata secondo la formula già vista: votazione media di riferimento : voto di laurea del soggetto = 100 : X.
Coloro che avranno terminato gli studi di laurea in un dato anno potranno far riferimento, per il primo anno successivo a questo, alla votazione media conseguita dagli studenti della loro stessa facoltà e sede nell'anno precedente.
Motivazioni alla base dei provvedimenti suggeriti:
La necessità di introdurre provvedimenti come quelli appena citati appare chiara alla luce dei dati statistici pubblicati dalle Università italiane, secondo cui, se in una Facoltà come Economia e Commercio ogni 30 persone che si laureano solo 2 raggiungono il massimo dei voti (fonte: Studium Parma Università notizie anno V numero 2 Settembre 1993) in Facoltà come Pedagogia, Lingue, Lettere, etc., questo numero sale a 24/25 persone, ossia aumenta di circa 12 volte, ciò significa pertanto (dando per scontato che chi termina le ultime facoltà dette non sia certo più bravo degli altri) che le valutazioni in alcune Facoltà sono decisamente sopravvalutate rispetto alla realtà o, in alternativa, che si tratta di Università troppo semplici da affrontare rispetto alle altre con il risultato ultimo che i laureati in queste discipline possono vantare immeritatamente rispetto ad altri maggiori punteggi nei concorsi e nelle selezioni pubbliche e maggiori possibilità d'accesso a concorsi o selezioni in cui è stato fissato un livello minimo di votazione; si tratta, quindi, in entrambi i casi di situazioni (specie la seconda) che possono cambiare il corso di una vita intera e che, per questo motivo, non vanno assolutamente sottovalutate
A riprova di quanto detto supponiamo che un concorso sia accessibile solo a laureati con votazione non inferiore a 105/110 e, ancora, che la votazione media di laurea in facoltà come Lettere e Pedagogia sia di 109/110, mentre in una facoltà come Economia sia di 101/110; ecco che a questo punto potrebbe verificarsi il caso di uno studente delle prime due Università citate che pur avendo conseguito un votazione di laurea molto al di sotto della media della propria Facoltà (esempio 105/110 contro i 109/110) possa comunque accedere al concorso, mentre uno studente della Facoltà di Economia che ha conseguito una votazione molto superiore alla media della propria Università (esempio 104/110 contro i 101/110) non possa accedervi.
La soluzione a questo tipo di situazioni, che non rispondono certo a principi di eguaglianza e giustizia, è in estrema sintesi, come già detto, quella di valutare la votazione ottenuta da ciascun singolo laureato in relazione a quella che deve essere la sua specifica media di riferimento, ossia, la votazione media ottenuta dagli studenti della sua stessa Facoltà e sede laureatesi nel suo stesso anno.
In questo modo nei concorsi che richiedono un limite minimo di votazione si potrebbe prevedere, esempio, la possibilità di accesso solo per quei soggetti che hanno superato o eguagliato la propria media di riferimento (o, più semplicemente, valore 100 seguendo la formula, già vista, valida per tutti) mentre in quei concorsi che prevedono un'assegnazione di punteggi si potrebbe prevedere, esempio, un'assegnazione in funzione di quella parte di votazione che eccede la media di riferimento (o, ancora una volta, valore 100, qualora la votazione presa in considerazione sia nuovamente quella ponderata secondo la formula vista).
A testimonianza della maggiore correttezza nella valutazione dei candidati ottenibile dall'impiego della metodologia da me indicata e tornando per comodità all'esempio visto più sopra dell'accesso ad un concorso con un limite minimo di votazione possiamo vedere che, supposto un limite minimo pari a 100 (ossia pari alla media di ciascuna facoltà e sede per anno di conseguimento), i risultati finali delle valutazioni sarebbero risultati completamente variati, in quanto lo studente di Pedagogia o Lettere sarebbe rimasto escluso dal concorso, avendo conseguito una votazione ponderata rispetto alla media pari a 96,33 (ottenuta dalla formula 109 : 105 = 100 : X) arrotondabile a 96, mentre lo studente di Economia avrebbe potuto accedere al concorso, avendo conseguito una votazione ponderata rispetto alla media pari a 102,97 (ottenuta dalla formula 101 : 104 = 100 : X) arrotondabile a 103.
Nel caso invece si fosse trattato semplicemente dell'assegnazione di punteggi, ponendo esempio un limite minimo di votazione al di sotto del quale non si sarebbero attrbuiti punti pari a 100, ossia sempre alla media di ciascuna facoltà e sede per anno di conseguimento (nulla vieta tuttavia che possa essere fissato un livello inferiore di votazione a partire dal quale cominciare a riconoscere punti), avremmo avuto che lo studente di Lettere o Pedagogia non avrebbe preso alcun punto mentre quello di Economia avrebbe preso 3 punti.
In definitiva, visto e considerato che secondo il metodo da me ideato uno studente di Pedagogia, Lettere, etc. che ha conseguito il massimo dei voti, ossia 110/110, verrebbe valutato solo con una votazione di 100, 9 (109 : 110 = 100 : X) arrotondabile a 101, mentre uno studente della Facoltà di Economia che ha conseguito il massimo dei voti, 110/110, verrebbe valutato con un voto di 108,9 (101 : 110 = 100 : X) arrotondabile a 109, credo si arriverebbe presto, come è giusto che sia, a rendere Facoltà come Lettere, Pedagogia, Lingue, etc., (che tra l'altro abbondano di iscritti) più selettive e capaci soprattutto di riconoscere e premiare le differenze in termini di valori tra i propri studenti.
seguono i testi delle altre
due mie misure contenute
nella mia petizione 704
2) La seconda proposta (che aggiungo ora, a distanza di anni, mi pare di riscontrare attuata nei concorsi) riguarda sempre il tema della valutazione dei titoli in sede di prove concorsuali e consiste nel non riconoscere più, d'ora in avanti, pari punteggio a persone che hanno ottenuto risultati simili in categorie diverse.
Nello specifico si tratta di non attribuire più lo stesso punteggio nei concorsi a soggetti che hanno preso, da un lato, esempio 110/110; dall'altro, 60/60 (ora 100/100). Lo stesso dicasi per tutte le altre votazioni a seguire che vengono allo stesso modo ingiustamente equiparate.
Motivazioni alla base del provvedimento suggerito:
La valutazione dei titoli in sede di prove concorsuali è volta a premiare i risultati già raggiunti dai candidati e non quelli, eventualmente e potenzialmente, ottenibili nel futuro.
Detto questo non si possono certo negare i maggiori sforzi mentali, fisici, di tempo ed economici sostenuti dai soggetti che hanno conseguito una laurea rispetto a chi ha conseguito solo un diploma, nonchè il fatto che la preparazione "globale" dei primi è solitamente molto superiore a quella dei secondi.
Negare quanto sopra equivarrebbe a sostenere che tra due categorie una inferiore e una superiore non vi sia alcuna differenza, mentre in realtà, nello sport, come nello studio, come in altri campi, se esiste una classe o categoria superiore, questa è costituita mediamente da persone o cose che hanno una maggiore preparazione, una maggiore capacità, una maggiore esperienza, e così via.
3) La Terza proposta, infine, consiste nel prevedere nei concorsi a cui possono partecipare anche soggetti diplomati, punteggi anche per chi ha conseguito una laurea.
Le motivazioni alla base di quest'ultimo suggerimento:
sono le stesse viste per la proposta al punto precedente (seguivano ulteriori considerazioni che non riporto per ragioni di sintesi)
di seguito i links ai documenti
che certificano l'avvenuta
annunciazione al Senato della
mia petizione 704, ricomprendente
le soluzioni di cui sopra
 
 
 
segue il link ad una mia autentica
alla posta del 18 gennaio 2000,
in cui è possibile ravvisare le
misure di cui sopra (come si può
vedere dall'immagine che segue,
questa pagina era la prima di un
gruppo di fogli, pinzati tra loro,
tutti autenticati nella stessa data.
Nelle sezioni del sito dove ho
trattato: i principi wiki; i creative
manager e la formazione profess.le
sono visibili la seconda e la
terza pagina di questo gruppo)
segue il link alla prima pagina
di 17 della documentazione che
presentai al Comune della Spezia,
quale ulteriore testimonianza ed
autentica, nella data, dei testi
delle petizioni che, di lì a
brevissimo, inoltrai al Senato
seguono i links alle prime tre
pagine della mia petizione 704
 
 
 
seguono links ad articoli di molto
successivi ai miei sugerimenti
che riconoscono l'esistenza dei
problemi che segnalai a suo
tempo e per i quali proposi le
soluzioni di cui sopra
 
 
 
segue il link all'articolo
pubblicato su La Nazione del
04 giugno 2013 che descrive
il metodo di calcolo dei
c.d. bonus maturità (di
cui ho detto) in vigore
sino a quel momento,
a partire dal 2007.
segue il link all'articolo
pubblicato su La Nazione del
13 giugno 2013 che descrive
il nuovo metodo di calcolo dei
c.d. Bonus Maturità.
segue il link ad un articolo
che documenta la presenza, ancora
nel 2013, di differenze in termini
di preparazione e votazioni
tra le varie aree d'Italia
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